NOVITÀ: COSA SONO E COME FUNZIONANO I FILLER IBRIDI

Novità nella chirurgia estetica: cosa sono e come funzionano i filler ibridi

Dal 31 marzo al 2 aprile scorsi, come ogni anno, si è svolto il Congresso di Medicina Estetica e Antietà di Montecarlo giunto alla ventesima edizione e tra i vari argomenti si è parlato di filler di ultima generazione.

 L’AMWC, Aesthetic & Anti-Aging Medicine World Congress, ha riunito specialisti in medicina e chirurgia estetica, oltre che in medicina antietà, più di 8.000 partecipanti di persona e 4.000 in remoto, sotto la supervisione scientifica della Aesthetic Multispecialty Society (AMS).

I filler ibridi: effetti multipli per un approccio integrato

È stata l’occasione per la presentazione di molte novità, tra le quali hanno spiccato quelle relative al viso, vista anche la fine dell’obbligo di indossare la mascherina che per molti mesi ne ha nascosto i tratti. I filler, in particolare quelli ibridi di ultima generazione, con tecniche iniettive d’avanguardia, sempre più efficaci e sicuri, hanno attirato la massima attenzione.

Si tratta di filler dal doppio effetto anti-age: correggono e riempiono nell'immediato e stimolano la produzione di collagene sul lungo periodo. Il futuro della medicina estetica punta sempre di più su questi trattamenti combinati e i filler ibridi aprono ad un panorama in cui l’unione di più componenti in sinergia permette di raggiungere dei risultati armonici di rigenerazione e non solo di correzione.

Si va sempre di più verso l'associazione di più componenti in un unico prodotto e verso tecniche combinate tra loro per un risultato sinergico e costruito su misura della paziente. Non si pensa più solo a correggere la morfologia, ma a rigenerare tessuti e cellule. Con questi nuovi filler vengono trattate tutte le zone del viso con perdita di volume, lassità/ptosi tissutale.

È stato presentato, ad esempio, un filler ibrido a doppio effetto, un trattamento ad hoc che consente di attenuare i segni del tempo sul volto in modo multidimensionale grazie a due principi attivi: l'acido ialuronico che assicura un effetto lifting immediato, mentre l’idrossiapatite di calcio stimola la produzione di collagene. È particolarmente indicato per trattare lo zigomo fino alla mandibola, la “zona” C che viene a formarsi tra queste due aree. Il valore aggiunto di questa tipologia di filler è proprio la composizione che permette di agire in modo bidimensionale sull'invecchiamento cutaneo non solo con un effetto riempitivo, ma anche di prevenzione grazie alla biostimolazione.

Un altro filler presentato è ricco di polinucleotidi al 2,5%, potenti polimeri, ideali per una profonda bioristrutturazione del viso e corpo: con una sola applicazione, favorisce il turnover cellulare, migliora l'elasticità e l'idratazione della pelle del viso, del collo, quindi perfetto per rendere meno evidenti le collane di Venere, e del décolleté. È anche indicato per le cicatrici post-acne e per il rilassamento di braccia, mani, gambe e addome.

Per il rilassamento della linea mandibolare e del mento, altro problema che si manifesta con l'avanzare dell'età, è stato messo a punto un filler dinamico specifico, in grado di ridisegnare la linea mandibolare sottocutanea. Per una maggiore definizione lo si può abbinare a un gel statico per ricreare volume nel mento.

In conclusione i filler ibridi non garantiscono solo aumento del volume, ma avviano anche un circolo virtuoso biorigenerante e stimolante che distende i tessuti regalando un effetto lifting di lunga durata. 

Contenuti originali Chirurgia Plastica Estetica a cura del Prof Mario Dini

Articolo scritto dal Professor Mario Dini medico chirurgo Laureato all'Università degli Studi di Firenze e specializzato in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica presso l'Università degli Studi di Catania. Abilitato alla professione medica sia in Italia che negli U.S.A. e in Canada (Usmle). Già Primario del Reparto Universitario-Ospedaliero di Chirurgia Plastica del Centro Traumatologico Ortopedico (CTO) dell'Azienda Ospedaliera di Careggi e Professore Associato della Cattedra di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica dell'Università degli Studi di Firenze. Mario Dini ha partecipato a tirocini e aggiornamenti presso la Thomas Jefferson University di Philadelphia, l'Università di Porto Alegre in Brasile e l'Università di Parigi. Il Prof. Mario Dini ha all'attivo oltre 12000 interventi chirurgici e autore di oltre 160 pubblicazioni.