NASO NEMICO DEI SELFIE: DALLE STAR LA SOLUZIONE?

Naso nemico dei selfie: dalle star la soluzione?

Uno studio ha rivelato che il naso nei selfie appare più grande del 30%. Il risultato? Immagini distorte ed effetto estetico almeno parzialmente rovinato. Non bisogna però allarmarsi. La soluzione per mostrare un naso, se non migliore quantomeno realistico in foto, c’è e viene da chi di selfie se ne intende. 

Le star, esperte assolute in materia di auto-scatti, già da tempo adottano soluzioni che possono evitare questo genere di inconvenienti imbarazzanti. Ma vediamo come. 

Lo studio rivelatore

Ci sono voluti, addirittura, gli sforzi congiunti di due eminenti istituti per svelare il lato nascosto, e un po’ spaventoso, della “scienza del selfie”. I ricercatori della Rutgers New Jersey Medical School, hanno unito i loro sforzi a quello della prestigiosa Stanford University. 

L’obiettivo? Capire come modalità e angolazioni delle foto scattate a se stessi tramite le fotocamere da smartphone possano alterare il risultato finale delle immagini ottenute. 

Da questa spiegazione potrebbe sembrare che lo studio sia stato portato avanti per motivi piuttosto futili. Non è affatto così: la reale motivazione che soggiace al grande interesse per quello che è ritenuto uno dei simboli della frivolezza formato social, è un’altra. Si è inteso cercare il legame tra la giusta angolazione di un selfie e i turbamenti dell’accettazione di sé.

Per alcuni questo collegamento potrebbe sembrare risibile, ma forse lo è un po’ meno quando si guarda ai dati dell’American Academy of Facial Plastic and Reconstructive Surgeons. In uno studio recentissimo, datato 2018, si notava come già a partire dal 2014 i selfie fossero diventati la tipologia di foto più diffusa in assoluto con più di 93 milioni di scatti al giorno sui soli dispositivi Android. 

Anche in questo studio, però, si parlava già di come la corta distanza tra l’obiettivo e il soggetto tendesse a causare distorsioni, soprattutto nella dimensione percepita del naso. Ora i due istituti di cui prima hanno quantificato questa distorsione e non è per niente trascurabile: si parla di un 30%!

La dimensione mostrata dal naso cambia tantissimo tra una foto scattata da 30 cm o da una distanza di un metro. Questione di centimetri, dunque!

Selfie: migliorare la tecnica o ricorrere alla chirurgia?

Alla luce di questi dati, non sorprenderà sapere che un sondaggio lanciato negli Stati Uniti ha rivelato come il 42% dei pazienti in cerca di una chirurgia estetica facciale, la richiedano al preciso scopo di apparire meglio nei selfie e, quindi, sulle piattaforme social. Il naturale corollario di tutto ciò che i selfie hanno certamente contribuito a creare individui meno soddisfatti di sé a causa del proprio aspetto fisico.

Dunque, la domanda è: “un selfie val bene una rinoplastica”?. Ricorrere alla rinoplastica o ad altri interventi di chirurgia plastica facciale, non può certo dipendere solo dalla voglia di apparire diversamente nei selfie

Un chirurgo plastico coscienzioso dovrebbe essere in grado di far emergere le reali motivazioni dietro una scelta per analizzarle insieme al cliente in fase di consulto e valutare bene l’opportunità dell’intervento.

Contenuti originali Chirurgia Plastica Estetica a cura del Prof Mario Dini

Articolo scritto dal Professor Mario Dini medico chirurgo Laureato all'Università degli Studi di Firenze e specializzato in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica presso l'Università degli Studi di Catania. Abilitato alla professione medica sia in Italia che negli U.S.A. e in Canada (Usmle). Già Primario del Reparto Universitario-Ospedaliero di Chirurgia Plastica del Centro Traumatologico Ortopedico (CTO) dell'Azienda Ospedaliera di Careggi e Professore Associato della Cattedra di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica dell'Università degli Studi di Firenze. Mario Dini ha partecipato a tirocini e aggiornamenti presso la Thomas Jefferson University di Philadelphia, l'Università di Porto Alegre in Brasile e l'Università di Parigi. Il Prof. Mario Dini ha all'attivo oltre 12000 interventi chirurgici e autore di oltre 160 pubblicazioni.