MASTOPLASTICA ADDITIVA: VA DI MODA IL “SENO NATURALE”

Mastoplastica additiva: va di moda il “naturale”

Cambiamenti rapidi nella nostra società, rapidissimi, modifiche negli usi, nella moda, nei canoni estetici e per questo anche nel campo della chirurgia estetica si registrano cambiamenti nelle richieste delle pazienti, riguardo al gluteo, per esempio, oggi lo vogliono importante e voluminoso, riguardo al seno, che, invece, la tendenza dice di averlo “naturale”, il che vuol dire una misura in meno.

I dati sono di una delle aziende amercane leader nel settore delle protesi, Allergan. Dal 2010 ad oggi oltre la metà delle pazienti della chirurgia plastica (54%) hanno ricevuto impianti tra 100 e 200 grammi (fino alla terza taglia di reggiseno scarsa, in relazione alla corporatura). Il 33% sono arrivate fino a tre etti, il 10% quattro, il 2% cinque etti, appena l’1% sei etti. Le maxi protesi sonoin tutto il 3% del totale e questo dato che espresso così appare dissacrante conferma la tendenza osservata negli studi medici.

Per fare il punto: cos’è la mastoplastica?

La mastoplastica è uno degli interventi di chirurgia estetica più richiesti in Italia e con questo termine si intendono gli interventi chirurgici volti ad aumentare un seno troppo piccolo (mastoplastica additiva), ridurre un seno eccessivamente voluminoso (riduttiva), risollevarne uno cadente (mastopessi) o ricostruire una mammella compromessa da un intervento di chirurgia oncologica, o ancora correggere un seno asimmetrico o poco armonioso (liposcultura). Il seno è da sempre una delle zone del corpo femminile – ma anche maschile, come dimostra l’aumento delle richieste di ginecomastie – che più e meglio evocano l’immaginario collettivo, sia per i richiami dell’eros sia per la funzione dell’allattamento. Il volume è importante, certo, ma da solo non basta: credo che il criterio più efficace per definire un bel seno sia l’armonia con il resto del corpo e le dovute proporzioni tra capezzolo, areola e mammella. Un seno soltanto grande rischia di essere ingombrante, cadente, potenzialmente in grado di compromettere la postura e antiestetico.

La mastoplastica additiva: la prima visita

Il primo passo verso l’intervento è proprio l’accurata visita durante la quale il chirurgo esaminerà le dimensioni e la forma del seno, dell’areola e del capezzolo nonché la qualità e le caratteristiche dei muscoli e dei tessuti mammari (cutanei, sottocutanei e ghiandolari) con lo scopo fine di individuare la tecnica e il tipo di protesi che permetteranno di conseguire l’obiettivo desiderato, un seno proporzionato e dall’aspetto naturale. Durante la visita inoltre il chirurgo valuta lo stato di salute attuale e pregresso del paziente in modo da escludere la presenza di complicazioni, pressione alta o problemi di cicatrizzazione o di coagulazione), ed illustrerà il tipo di protesi più indicato, la via di incisione prescelta (periareolare, inframammaria o transascellare) e le modalità di posizionamento della protesi (sottoghiandolare, sottomuscolare o dual plane).

Quali sono le protesi migliori per aumentare il volume del seno?

E’ compito del chirurgo scegliere un tipo di protesi adatto alla conformazione fisica della paziente e alle caratteristiche dei suoi tessuti: ne esistono numerose tipologie, differenti per forma (rotonda o con profilo anatomico), superficie (liscia o testurizzata) e contenuto (gel o soluzione fisiologica). Le protesi rotonde sono più indicate per pazienti dal seno armonico che desiderano un aumento di volume moderato o per donne che a seguito di gravidanze hanno un seno svuotato e/o cadente, mentre le protesi con profilo anatomico sono indicate per donne con pochissimo seno o che desiderano ottenere un effetto molto naturale. Le migliori protesi mammarie, ad oggi, sono prodotte dalle due aziende americane Mentor (Johnson & Johnson) e Allergan (ex Mc Ghan) e dall’azienda Motiva. Tutte le protesi di ultima generazione garantiscono il massimo grado di sicurezza, resistenza e confort.

Contenuti originali Chirurgia Plastica Estetica a cura del Prof Mario Dini

Articolo scritto dal Professor Mario Dini medico chirurgo Laureato all'Università degli Studi di Firenze e specializzato in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica presso l'Università degli Studi di Catania. Abilitato alla professione medica sia in Italia che negli U.S.A. e in Canada (Usmle). Già Primario del Reparto Universitario-Ospedaliero di Chirurgia Plastica del Centro Traumatologico Ortopedico (CTO) dell'Azienda Ospedaliera di Careggi e Professore Associato della Cattedra di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica dell'Università degli Studi di Firenze. Mario Dini ha partecipato a tirocini e aggiornamenti presso la Thomas Jefferson University di Philadelphia, l'Università di Porto Alegre in Brasile e l'Università di Parigi. Il Prof. Mario Dini ha all'attivo oltre 12000 interventi chirurgici e autore di oltre 160 pubblicazioni.