CICATRICI INVISIBILI: L'ULTIMA FRONTIERA DELLA CHIRURGIA ESTETICA

Cicatrici invisibili: l'ultima frontiera della chirurgia estetica

Congresso Nazionale SICPRE: tecnologie d’avanguardia e nuovi dispositivi permettono ormai di minimizzare i segni lasciati dagli interventi di chirurgia estetica

Un tempo considerate alla stregua di un prezzo che si era costrette a “pagare” se si decideva di sottoporsi a un intervento di chirurgia estetica, le cicatrici continuavano ad essere il cruccio di molte donne attente al proprio aspetto fisico. Un “danno” da minimizzare, un segno che si tentava in ogni modo di nascondere e che finiva a volte col compromettere la piena soddisfazione seguita a un rimodellamento ben riuscito.

In occasione del 69° Congresso Nazionale SICPRE (Società Italiana Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica) tenutosi a Bologna il 24 e il 25 settembre il Presidente Francesco D’Andrea ha voluto così intervenire su questo delicato aspetto: “Da sempre la chirurgia plastica si occupa anche di cicatrizzazione e di trattamento delle ferite. La buona notizia è che oggi possiamo contare su nuove tecnologie e nuovi dispositivi in grado di rendere ancora meno visibili le cicatrici. E questa possibilità, in un intervento estetico, ovviamente comporta una maggiore soddisfazione, del chirurgo e del paziente”. 

Primo: nascondere le cicatrici (ove possibile)

Posizionare le incisioni in modo tale che queste siano poco (o per niente) visibili è la principale accortezza a cui un bravo medico deve tendere durante l’esecuzione dell’intervento estetico. Esistono di fatto operazioni chirurgiche come l’intervento di ritocco delle palpebre superiori nei quali la cicatrice viene nascosta naturalmente nella piega dei tessuti, oppure come il minilifting che prevede che l’incisione praticata per ridurre i cedimenti del volto si collochi dietro e dentro l’orecchio, risultando in questo modo invisibile. La minimizzazione dei segni lasciati dagli interventi non è tuttavia sempre così scontata: ci sono casi in cui è la mano esperta e il tocco preciso del chirurgo a fare davvero la differenza.

È questo il caso della brachioplastica, il cosiddetto lifting delle braccia – ci illustra D’Andrea – che eseguito da mani esperte permette di rimodellare molto bene il profilo delle braccia, ma lascia una cicatrice comunque visibile. Un altro esempio tipico è l’addominoplastica. Nella sua versione tradizionale, questo intervento comporta un’incisione da un fianco all’altro, che ovviamente rimane in parte visibile”.

Sapere che anche per questa categoria di interventi oggi è possibile poter contare su cicatrici molto meno visibili, una volta compiuta la piena guarigione, è dunque un gran sollievo per i pazienti e permette loro di affrontare l’operazione con maggiore serenità.

Secondo: minimizzare curando

Anche se la cicatrizzazione è un processo determinato geneticamente, che comporta che alcuni pazienti tendano più di altri a sviluppare segni evidenti e antiestetici sul proprio corpo, è pur vero che questo sviluppo può essere positivamente influenzato da una serie di accorgimenti e dispositivi messi a punto recentemente.

Come emerge da alcune relazioni presentate in questi giorni – spiega Daniele Fasano, presidente del 69° Congresso Nazionale SICPRE – grazie a recentissime tecnologie è possibile ridurre le deiscenze, cioè gli allargamenti delle ferite, ma anche l’insorgenza di sieromi ed ematomi, la cui comparsa sicuramente complica la convalescenza e può rendere la cicatrice più visibile. Si tratta di presidi diversi, che vanno da prodotti specifici per la detersione a ‘super-cerotti’ che esercitano una pressione negativa, a creme medicali per massaggi cicatriziali, che danno un insieme di vantaggi nel post-operatorio e in ambito estetico”.

Un happy end che, considerata l’estensione delle incisioni e la tipologia di pazienti, Fasano considera più importante che mai nei grandi interventi, come ad esempio quelli che prevedono la rimozione dei tessuti di rivestimento in eccesso in persone che hanno perso decine di chili.


Contenuti originali Chirurgia Plastica Estetica a cura del Prof Mario Dini

Articolo scritto dal Professor Mario Dini medico chirurgo Laureato all'Università degli Studi di Firenze e specializzato in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica presso l'Università degli Studi di Catania. Abilitato alla professione medica sia in Italia che negli U.S.A. e in Canada (Usmle). Già Primario del Reparto Universitario-Ospedaliero di Chirurgia Plastica del Centro Traumatologico Ortopedico (CTO) dell'Azienda Ospedaliera di Careggi e Professore Associato della Cattedra di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica dell'Università degli Studi di Firenze. Mario Dini ha partecipato a tirocini e aggiornamenti presso la Thomas Jefferson University di Philadelphia, l'Università di Porto Alegre in Brasile e l'Università di Parigi. Il Prof. Mario Dini ha all'attivo oltre 12000 interventi chirurgici e autore di oltre 160 pubblicazioni.