BOOM DI INTERVENTI DI CHIRURGIA ESTETICA NELL'ANNO DEL COVID

Boom di interventi di chirurgia estetica nell'anno del Covid

La ripresa della curva epidemica non frena il desiderio di bellezza degli italiani: negli ultimi mesi si stima un aumento degli interventi pari al 30%.

Hanno voglia di riprendere in mano la propria vita, tornare a sorridere dopo i mesi bui del confinamento, recuperare la forma perduta, piacere e piacersi a dispetto di quello che da molti è considerato l’anno più duro e complesso di cui si ha memoria. Un sentire comune che ha spinto molte persone a riprogrammare i consulti medici per fissare gli interventi di chirurgia estetica che erano stati sospesi a causa della pandemia o programmare ex novo cambiamenti e correzioni del proprio aspetto cui magari non si era mai pensato in precedenza. Questo in un periodo in cui lo smart working ha inevitabilmente portato a riprogrammare la propria quotidianità, riconsiderare i ritmi abituali e trovare più tempo per riflettere su se stessi e sulla propria esteriorità. Un’attitudine che, come ha rivelato un’inchiesta del Washington Post, ha spinto molti americani a rivolgersi al chirurgo plastico soprattutto perché preoccupati del loro aspetto in video in conseguenza del passaggio dal lavoro in presenza all’uso delle piattaforme digitali quali Zoom e affini e che ha fatto parlare addirittura di un aumento del 90% per i trattamenti di medicina estetica come filler e botox.

E in Italia? Pur in assenza di dati ufficiali, l’andamento nel nostro Paese non sembra discostarsi molto dai numeri registrati in America: come ci riportano i migliori professionisti del settore, questi ultimi mesi sono stati sicuramente proficui per la chirurgia estetica, in controtendenza rispetto a molti altri settori dell’economia che purtroppo la pandemia ha seriamente penalizzato. Se anche qui si registra una decisa preponderanza di interventi al viso, come blefaroplastica, lifting, rinoplastica, non mancano richieste per mastoplastica, liposuzione e addominoplastica, così come aumentano in maniera consistente le tecniche micro invasive che permettono di migliorare la texture del volto, come biorivitalizzazioni e bioristrutturazioni. Fra le motivazioni che stanno alla base di questa recente impennata, anche il venir meno dell’obbligo del lavoro in presenza e la rinuncia alla vita sociale e alle attività sportive: le restrizioni imposte e la prudenza dovuta, anche attraverso l’uso costante della mascherina, danno modo di nascondere gli esiti imbarazzanti del post-operatorio e rappresentano quindi un grosso incentivo a sottoporsi a interventi di chirurgia plastica e medicina estetica. Se è innegabile che l’emergenza pandemica ha generato una contrazione generale dei consumi e della capacità di spesa, c’è da dire che in un momento in cui il rispetto della regole e l’applicazione di ogni precauzione sono così importanti, l’affidabilità del medico fa più che mai la differenza, così come diventa assolutamente sconsigliabile ricercare soluzioni “low cost” a discapito di professionalità ed esperienza.

Contenuti originali Chirurgia Plastica Estetica a cura del Prof Mario Dini

Articolo scritto dal Professor Mario Dini medico chirurgo Laureato all'Università degli Studi di Firenze e specializzato in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica presso l'Università degli Studi di Catania. Abilitato alla professione medica sia in Italia che negli U.S.A. e in Canada (Usmle). Già Primario del Reparto Universitario-Ospedaliero di Chirurgia Plastica del Centro Traumatologico Ortopedico (CTO) dell'Azienda Ospedaliera di Careggi e Professore Associato della Cattedra di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica dell'Università degli Studi di Firenze. Mario Dini ha partecipato a tirocini e aggiornamenti presso la Thomas Jefferson University di Philadelphia, l'Università di Porto Alegre in Brasile e l'Università di Parigi. Il Prof. Mario Dini ha all'attivo oltre 12000 interventi chirurgici e autore di oltre 160 pubblicazioni.