CELLULITE E GRASSO

articolo scritto dal Prof. Mario Dini e aggiornato in data 01/03/2020

CHE COS'E' LA CELLULITE?

Tessuto Adiposo Bianco Cellulite

Il tessuto adiposo è un tipo speciale di tessuto connettivo costituito da cellule chiamate adipociti, che si organizzano a formare lobuli. Queste cellule sono capaci di accumulare trigliceridi e liberare acidi grassi e glicerolo.

La formazione del tessuto adiposo avviene a partire da un precursore cellulare di derivazione mesenchimale, il lipoblasto. Questa cellula subisce specifici cambiamenti morfologici che portano alla formazione dell'adipocita finale.

La maggior parte del tessuto lipidico che ritroviamo nel nostro organismo è rappresentata dal tessuto adiposo bianco, detto anche uniloculare, mentre quello bruno o multiloculare è tipico delle specie ibernanti ed è scarsamente rappresentato nell'uomo, non essendo importante per l'economia dell'organismo. Inoltre il grasso può essere distinto in tessuto di deposito e tessuto di sostegno: il primo varia in relazione allo stato di nutrizione dell'organismo, mentre il secondo è meno soggetto a variazioni e non scompare mai del tutto.La caratteristica di questa cellula è data dalle gocce lipidiche, che lentamente e progressivamente aumentano di volume confluendo tra loro, fino a formare un'unica goccia lipidica (tessuto adiposo bianco) o numerose gocce lipidiche (tessuto adiposo bruno), che occupano tutto il citoplasma della cellula. Nei mammiferi troviamo due tipi di tessuto adiposo: il tessuto adiposo bianco (uniloculare) e quello bruno (multiloculare). Questi due tipi di tessuto si differenziano per colore, caratteri citologici, distribuzione ed attività funzionale.

TESSUTO ADIPOSO BIANCO

Il tessuto adiposo bianco ha quattro funzioni principali: rappresenta per l'organismo una riserva di materiale energetico, ha una funzione di sostegno e di protezione meccanica, evita la dispersione di calore svolgendo un ruolo di rivestimento coibente ed infine determina la forma di alcune parti dell'organismo.

Il grasso è localizzato per il 50% nel pannicolo sottocutaneo, dove svolge sia la funzione coibente che quella meccanica, per il 45% nella cavità addominale, dove forma il tessuto adiposo interno, infine per il 5% nel tessuto muscolare, dove svolge un'azione di aiuto al lavoro muscolare. I depositi più importanti sono nel connettivo sottocutaneo (pannicolo adiposo), nella loggia renale, nel mediastino, nell'omento, nel mesentere, nelle regioni retroperitoneali, in quelle ascellari ed inguinali.
I depositi superficiali di grasso nel tessuto sottocutaneo variano per quantità a seconda della regione corporea, dell'età e del sesso.

Nel pannicolo adiposo si possono ritrovare due strati di tessuto lipidico: superficiale e profondo. Lo strato superficiale è attraversato da fasci fibrosi disposti perpendicolarmente alla superficie cutanea, detti retinaculi, che circoscrivono lobuli adiposi rotondeggianti o poliedrici. Mano a mano che ci si avvicina allo strato profondo, i retinaculi decorrono via via sempre più obliquamente, fino a diventare orizzontali nello strato profondo.
I due strati sono separati da una lamina di connettivo denso chiamata fascia superficiale. Al di sotto dello strato superficiale si trova una lamina connettivale lassa che consente alla cute una certa mobilità a seconda della sede.

Al microscopio ottico, l'adipocita appare molto grande, di diametro superiore a 100 µm e di forma sferica. La forma può diventare ovale o poliedrica per effetto della pressione esercitata dalla cellule circostanti. La quasi totalità del volume cellulare è occupata da un'unica goccia lipidica; il nucleo è dislocato alla periferia e lo scarso citoplasma è ridotto ad un sottile anello periferico. Per questa ragione tale tessuto adiposo è stato chiamato uniloculare, a differenza di quello bruno, chiamato multiloculare in quanto le cellule al loro interno contengono numerose gocce lipidiche.

L'adipocita si trova in stretta connessione con la rete vascolare; riceve dal sangue i lipidi esogeni, acidi grassi provenienti dalla demolizione dei trigliceridi alimentari, e i lipidi endogeni, sintetizzati nel fegato e trasportati dal sangue sotto forma di lipoproteine plasmatiche.
Quindi la cellula adiposa introduce acidi grassi e, mediante processi di esterificazione con il glicerolo, ricostruisce i trigliceridi che vengono accumulati nella goccia lipidica; è inoltre in grado di sintetizzare i trigliceridi dal glucosio e, in particolari situazioni di carenza di molecole energetiche, anche dagli amminoacidi.

Gli adipociti possono aumentare di numero (iperplasia) o di volume (ipertrofia): l'iperplasia del tessuto adiposo si verifica in determinati periodi della vita (ultimo semestre di gestazione, primo anno di vita e inizio della pubertà) o in particolari situazioni, come nell'obesità grave (indice di massa corporea o BMI > 35). In tutti gli altri casi permangono i fenomeni di ipertrofia.

E' importante ricordare che l'iperplasia, a differenza dell'ipertrofia, è un processo irreversibile, quindi anche in caso di dimagrimento esasperato le cellule non si riducono di numero, ma solo di volume. Nel digiuno prolungato i lipidi accumulati nell'adipocita vengono mobilizzati verso i vari tessuti dell'organismo, per essere utilizzati come substrato energetico; la goccia lipidica centrale scompare e le cellule diventano stellate o fusiformi.
Con la ripresa dell'alimentazione i lipidi rapidamente si accumulano di nuovo nelle cellule.

E' importante però ricordare che questo meccanismo non avviene in tutte le zone corporee di deposito di grasso: il tessuto adiposo dell'orbita, ad esempio, quello delle articolazioni maggiori e quello della pianta del piede e del palmo della mano si impoveriscono molto lentamente anche nel digiuno prolungato. Questi depositi di adipe sembrano avere essenzialmente una funzione meccanica di sostegno anziché un ruolo metabolico.

TESSUTO ADIPOSO BRUNO

Il tessuto adioso bruno prende il nome dal suo colore, dovuto ai numerosi vasi sanguigni e alle cellule ricche di mitocondri in esso presenti.
E' detto anche tessuto adiposo multivacuolare, perché, a differenza del tessuto adiposo uniloculare, è costituito da cellule multiloculari, che non hanno un'unica goccia lipidica ma tante piccole gocce disperse in tutto il citoplasma.

Queste cellule sono frammiste a un grande numero di mitocondri, nella cui membrana interna si trova una speciale proteina detta termogenina, che permette la trasformazione dell'energia derivante dall'ossidazione degli acidi grassi in calore, che viene ceduto al sangue circolante nella ricca rete vascolare presente nel tessuto.

Questo tipo di tessuto si trova principalmente nei roditori e negli animali ibernanti; nell'uomo si presenta discretamente sviluppato solo durante lo sviluppo fetale e nei primi mesi di vita, durante i quali provvede alla termoregolazione. Nell'adulto rimane essenzialmente nelle regioni interscapolari, latero-posteriori del collo, ascellari e in sede perirenale.

LA CELLULITE

La Cellulite è una degenerazione infiammatoria del tessuto adiposo sottocutaneo, caratterizzata da un'alterazione delle strutture del tessuto connettivo di sostegno. Clinicamente si manifesta con un aspetto spugnoso e bucherellato della superficie della pelle detto "a buccia d'arancia" e con rigonfiamenti più o meno evidenti che conferiscono alla cute un aspetto detto "a materasso".

Esistono diversi tipi di Cellulite: Adiposità Distrettuale o Localizzata e Pannicolopatia Edemato-Fibro-Sclerotica (P.E.F.S.). Queste 2 manifestazioni sono diverse nella clinica, nell'eziopatogenesi e nell'evoluzione.

Si parla di Adiposità Distrettuale o Localizzata quando il tessuto adiposo aumenta di volume per una iperplasia degli adipociti (o cellule del grasso), conservando la tipica lobulazione e la normale vascolarizzazione.

Quando il pannicolo adiposo va incontro a processi involutivi con la scomparsa della tipica lobulazione e con l'alterazione della normale vascolarizzazione si parla di P.E.F.S.

In alcuni casi può essere predominante l'eccesso di Adiposità Distrettuale o Localizzata, e in altri la Pannicolopatia Edemato-Fibro-Sclerotica (P.E.F.S.). Nella pratica clinica è assai frequente la presenza di forme miste delle due manifestazioni, diversamente associate tra loro.

Entrambe le forme di Cellulite sono caratterizzate da una stasi veno-linfatica nel tessuto connettivo sottocutaneo, associata ad aspetti microangiopatici.

All'origine della cellulite c'è un insieme di cause, come la predisposizione familiare, fattori costituzionali, fattori ormonali (un'azione significativa è svolta dall'ormone estradiolo), fattori vascolari, ecc.. Questi sono aggravati da una vita sedentaria, dallo stress, da malattie epatiche e disturbi intestinali, nonché da una cattiva alimentazione.

E' possibile distinguere quattro fasi principali di degenerazione progressiva:

  • 1° Fase: Caratterizzata da edema ed iniziale stasi venosa e linfatica, con drenaggio insufficiente dei liquidi interstiziali. Ne deriva che il tessuto connettivale e' ricco di liquidi, gli adipociti aumentano di volume ed inizia la dissociazione delle fibre elastiche connettivali. La cute diventa più pastosa e meno elastica. 
  • 2° Fase: I fenomeni precedentemente descritti si accentuano. Le fibre reticolari, presenti intorno agli adipociti, aumentano di numero e spessore, aggravando la situazione del microcircolo. La cute è pallida e fredda. Se la ritenzione idrica continua, l'epidermide si assottiglia, perde elasticità, diventa fragile e alla palpazione è possibile percepire dei micronoduli. 
  • 3° Fase: I micro-noduli diventano sempre più evidenti e cominciano ad ostacolare gli scambi metabolici a livello vascolare, causando una sclerosi e un indurimento del connettivo nel derma. La pelle si presenta "a buccia d'arancia", con, a volte, dolore alla palpazione. 
  • 4° Fase: I micronoduli aumentano di numero e dimensioni formando macronoduli, mobili e dolenti alla pressione. Il tessuto connettivo si addensa racchiudendo scorie, elementi nutritivi stagnanti, acqua e grassi. A livello del derma si possono rilevare infossamenti soprattutto quando manualmente si mobilizzano i lembi cutanei o si contraggono i muscoli; talvolta questi inestetismi diventano stabili, dando alla pelle il cosiddetto aspetto "a trapunta" o "a materasso".
    Prima di iniziare un trattamento specifico, occorre stabilire di che tipo di cellulite si tratti, definire le localizzazioni e individuare fattori che abbiano provocato l'insorgenza o l'aggravamento della malattia.

Occorre inizialmente preferire quei trattamenti che si oppongono alla evoluzione della patologia e comunque cercare anche di correggere le cause che l'hanno determinata.

In caso di Adiposità Distrettuale la terapia sarà mirata a ridurre il tessuto adiposo con metodiche di tipo lipolitico (riduzione volumetrica dell'adipocita) come la Emulsiolipolisi ultrasonica, l'Elettrolipolisi oppure con metodiche di tipo lipoclasico (rottura dell'adipocita) come ad esempio l'Ossigenoterapia, l'Idrolipoclasia ultrasonica (ILCUS) oppure l'utilizzo del Lipostabil. Spesso metodiche lipolitiche e lipoclasiche possono essere associate. L'adiposità distrettuale o localizzata può essere trattata soprattutto mediante le tecniche chirurgiche di liposuzione o di liposcultura.

In presenza di Pannicolopatia Edemato-Fibro-Sclerotica (P.E.F.S.), i trattamenti saranno improntati soprattutto a ridurre la fibrosi. La Mesoterapia fibrinolitica, i Farmaci fibrinolitici, la P.R.A.L.D. (Postural Rearrangement and Lymphatic Drainage) e la Carbossiterapia danno notevoli risultati.

Un supporto alle terapie mediche può essere il Drenaggio Linfatico Manuale (sec. Vodder o Ledùc) soprattutto se associato all'uso di estratto di meliloto (ricco in cumarina), che ha una importante azione sul microcircolo.

FOSFATIDILCOLINA (LIPOSTABIL®)

FosfatidilcolinaIl Lipostabil è un farmaco costituito da fosfatidilcolina, principio attivo in grado di sciogliere il grasso con cui viene a contatto. Il meccanismo di azione consiste nel ridurre i livelli sistemici di colesterolo e trigliceridi, nonché nell'aumentare la sensibilità dei recettori di membrana all'insulina che aumenta la lipolisi.

Lipostabil viene iniettato tramite aghi molto sottili, non solo nelle aree di accumulo adiposo, ma anche nelle altre sedi interessate da ritenzione idrica o lassità cutanea. Si può ottenere in tal modo una riduzione di volume del tessuto adiposo, un miglioramento del microcircolo vascolare oltre ad un aumento dell'elasticità e del tono cutaneo.

Lipostabil è particolarmente indicato per coloro che desiderano eliminare depositi localizzati di grasso non riducibili con dieta o esercizio fisico e non desiderano sottoporsi ad un intervento chirurgico di liposuzione o liposcultura.

Immediatamente dopo il trattamento il paziente è in grado di riprendere qualsiasi attività.
Nelle aree di iniezione possono verificarsi gonfiore, arrossamento, sensibilità alla pressione e prurito.

Il risultato è permanente, ma si verifica dopo un certo lasso di tempo.

L'associazione del trattamento con Lipostabil e l'uso di creme a base di principi attivi drenanti e lipolitici, oltre ad una terapia linfodrenante, permettono di velocizzare e stabilizzare i risultati.

Ancora oggi però questo trattamento non è autorizzato dal sistema sanitario nazionale italiano, quindi il medico può eseguirlo solo dopo approfondite spiegazioni al paziente e dopo la firma di uno specifico consenso informato.

MESOTERAPIA

La mesoterapia nasce in Francia negli anni '50 con il Dr. Pistor e consiste nella iniezione intradermica, mediante aghi sottilissimi, di dosi molto piccole di un cocktail di farmaci. I farmaci possono appartenere alla farmacopea tradizionale o essere omeopatici.

La scelta dei farmaci da inserire nel cocktail viene fatta dal chirurgo plastico in base alla patologia da trattare poichè la mesoterapia è una metodica utilizzata in vari campi della medicina estetica. Esistono farmaci con capacità antidolorifica ed antinfiammatoria o con capacità antiedemigena e capillaro-protettiva che nella medicina estetica si utlizzano per migliorare gli inestetismi della cute, come la cellulite, oppure per rivitalizzare l'aspetto della pelle.

Per essere efficace la mesoterapia deve essere eseguita in più sedute, di solito il ciclo prevede dalle 8 alle 10 sedute con cadenza settimanale ed eventualmente un "richiamo" ogni mese per stabilizzare i risultati ottenuti. Dal momento che vengono utilizzati più farmaci è opportuno verificare che il paziente non sia allergico a nessuno di questi.

La mesoterapia è un trattamento rapido, praticamente indolore che viene eseguito ambulatorialmente senza alcun tipo di anestesia. Poiché vengono eseguite più iniezioni nell'area da trattare, in modo da distribuire bene i farmaci, è possibile che, nonostante si utilizzino aghi sottilissimi, si possano avere delle piccole ecchimosi nel punto di iniezione.

Queste si risolvono spontaneamente nel giro di pochi giorni ma la loro scomparsa può essere accelerata dall'utilizzo topico di opportune creme. Nell'ambito del trattamento della cellulite molto efficace risulta essere l'associazione della mesoterapia ad una terapia per bocca di farmaci drenanti e rinforzanti la parete dei vasi capillari.

Sarebbe opportuno ripetere entrambe le terapie una volta all'anno dato che è assodato che la cellulite è una patologia cronica non risolvibile con nessun tipo di terapia una tantum.

FAQ CELLULITE

D. Che cos'è la cellulite?
R. Il termine “cellulite” viene comunemente usato per indicare una condizione caratterizzata da una pelle "a buccia d'arancia" che presenta, talvolta, delle formazioni nodulari sottocutanee dolenti al tatto. La cellulite quindi non è un accumulo localizzato di grasso (cosiddetto “cuscinetto”), ma una degenerazione del tessuto cutaneo associata spesso a problemi di ritenzione idrica.

D. La liposuzione può eliminare la cellulite?
R. Il termine “cellulite” viene comunemente utilizzato per indicare una pelle dall'aspetto "a buccia d'arancia" che talvolta presenta gonfiori derivanti da problemi di ritenzione idrica o noduli sottocutanei dolenti al tatto. La cellulite è quindi una cosa diversa dai cosiddetti “cuscinetti” ovvero dagli accumuli di grasso localizzati in alcune aree specifiche del corpo (addome, fianchi, glutei, cosce, ginocchia, ecc.). La liposuzione e la liposcultura consentono di scolpire e rimodellare il corpo rimuovendo i depositi di grasso non desiderati (cuscinetti), ma non servono né ad eliminare né a migliorare la cellulite. Esistono invece dei trattamenti medici come la mesoterapia, l'elettrolipolisi, la ionoforesi, ecc., che possono migliorare l'aspetto della cellulite (senza peraltro farla sparire completamente!) se eseguiti con continuità e associati ad una dieta bilanciata. Esistono, infine, dei trattamenti di tipo meccanico, come il linfodrenaggio manuale e la nuova LPG-Endermologie, che possono essere molto utili per migliorare la cellulite e per accelerare i tempi di guarigione dopo un intervento di liposuzione.

FAQ GRASSO

D. Sono un ragazzo di 35 anni e nonostante vada regolarmente in palestra non riesco a eliminare del tutto le cosiddette maniglie dell'amore. Cosa mi consiglia?
R. L'accumulo di grasso presente in aree specifiche del corpo come ad esempio nella regione lombare e sul punto vita (cd. maniglie dell'amore), può essere efficacemente eliminato mediante la liposuzione o la liposcultura. Sebbene la chirurgia del rimodellamento corporeo non sia un sostituto della dieta e dell'esercizio fisico, la liposuzione e la liposcultura consentono di rimuovere adiposità localizzate che non possono essere eliminate in altri modi.

D. I “cuscinetti” di grasso possono essere eliminati con la mesoterapia?
R. No. Gli accumuli di grasso (cuscinetti) localizzati in alcune aree specifiche del corpo (addome, fianchi, glutei, cosce, ginocchia, ecc.) possono essere eliminati solo con la liposuzione o la liposcultura. La mesoterapia, invece, può avere qualche effetto sulla cellulite (senza peraltro farla sparire completamente), ma bisogna proseguire la terapia con continuità, associandola possibilmente ad una dieta bilanciata, e non è comunque una soluzione definitiva.

D. Ho sentito parlare di un nuovo farmaco che permetterebbe di sciogliere il grasso in eccesso in maniera definitiva senza dover ricorrere al bisturi, è vero?
R. No. Al momento non esiste una documentazione scientifica in grado di dimostrare l'efficacia di questo tipo di farmaci.

D. Ho 38 anni e da sempre il mio problema è stato un accumulo di grasso sui fianchi e la mancanza di seno. Vorrei sapere se esiste un intervento che consenta di aspirare il grasso in eccesso e riutilizzarlo per dare più volume al seno.
R. L'accumulo di grasso nella regione trocanterica (fianchi, cosce e glutei) può essere efficacemente eliminato mediante un intervento di liposuzione o di liposcultura. La tecnica del lipofilling, consistente nel prelevare mediante un sottile ago o una cannula piccole quantità di grasso che vengono poi iniettate nella zona interessata, può essere utile per il riempimento delle labbra o di piccole rughe, ma non consente di ottenere un aumento di seno, in quanto il seno è composto in parte da grasso e in parte dalla ghiandola mammaria e per sostituire la mancanza di volume della ghiandola occorre inserire una protesi. I due interventi, di liposuzione e di mastoplastica additiva, possono comunque essere eseguiti contemporaneamente.

D. Ho 45 anni e in seguito a numerosi tentativi di dimagrimento la pelle delle braccia e delle cosce si è rilassata e appare svuotata e cadente. Ora ho acquistato il giusto peso ma il problema alle braccia e alle cosce è rimasto lo stesso. Esiste un trattamento in grado di risolvere il mio problema?
R. Si. L'intervento più indicato per eliminare la pelle in eccesso nelle braccia e nelle cosce è il lifting degli arti superiori e inferiori. Analogamente a quanto accade nel lifting cervico-facciale, l'intervento consiste nell'asportare la pelle in eccesso e nel ritirare i tessuti. Le cicatrici vengono praticate nella parte interna delle braccia e delle cosce e risultano poco visibili.

Contenuti originali Chirurgia Plastica Estetica a cura del Prof Mario Dini

Articolo scritto dal Professor Mario Dini medico chirurgo Laureato all'Università degli Studi di Firenze e specializzato in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica presso l'Università degli Studi di Catania. Abilitato alla professione medica sia in Italia che negli U.S.A. e in Canada (Usmle). Già Primario del Reparto Universitario-Ospedaliero di Chirurgia Plastica del Centro Traumatologico Ortopedico (CTO) dell'Azienda Ospedaliera di Careggi e Professore Associato della Cattedra di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica dell'Università degli Studi di Firenze. Mario Dini ha partecipato a tirocini e aggiornamenti presso la Thomas Jefferson University di Philadelphia, l'Università di Porto Alegre in Brasile e l'Università di Parigi. Il Prof. Mario Dini ha all'attivo oltre 12000 interventi chirurgici e autore di oltre 160 pubblicazioni.